INTERVISTA ESCLUSIVA: LULLABY OF THE DAWN behind the scenes

Star Comics incontra Ai Kobayashi, editor di LULLABY OF THE DAWN

Pubblicata il 01/04/2025 — Ultimo aggiornamento 01/04/2025

15 agosto 2024

Star Comics incontra la redazione di ShuCream e approfondisce il successo dietro all’opera Boys’ Love di Ichika Yuno.

Star Comics ha avuto il piacere di incontrare ShuCream, uno dei principali editori di manga Boys’ Love in Giappone. Presso la sede dell’editore a Tokyo, Claudia Calzuola, curatrice della collana Queer di Star Comics, ha intervistato Ai Kobayashi, editor di LULLABY OF THE DAWN.

Di seguito l’intervista.

ShuCream e il Boys’ Love

Claudia Calzuola (Star Comics): Grazie per la disponibilità nell’incontro di oggi. Poter dialogare con lei è un grande onore e piacere.

Ai Kobayashi (ShuCream): Vale lo stesso per me. Grazie per tutta la preziosa disponibilità.

Claudia Calzuola (Star Comics): Crediamo che lo spirito della collana Queer di Star Comics, la label dedicata a tutte le opere a tematica LGBTIQ+, e il tema “Manga Beyond Gender” di ShuCream abbiano numerosi punti in comune. Quali sono gli elementi che considerate più importanti nelle vostre opere?

Ai Kobayashi (ShuCream): Sicuramente la fase di creazione. Fin dalla fondazione della nostra azienda, il nostro supervisore ha sempre avuto una filosofia ben chiara: infatti, il primo progetto che ha creato è stato Feel Young, una rivista dedicata al pubblico femminile.

Il CEO e caporedattore di questa rivista erano persone molto attente ai temi del femminismo e credevano che le donne dovessero essere più libere sia in amore che nel sesso. Fin dall’inizio, quindi, l’azienda ha avuto l’intento di creare manga che rispecchiassero questa visione. Perciò quando è nato Feel Young si è radunato uno staff interessato al femminismo, a trasmettere qualcosa che riguardasse le donne lavoratrici nel “mondo dell’amore” o nel mondo del sesso.

Partendo da qui, il Boys’ Love di base è un contenuto per un pubblico femminile. Una mia senpai, che faceva parte dello staff di Feel Young, si è fatta avanti dicendo “Lo voglio fare, voglio fare BL”. Quindi diciamo che per la nostra azienda la base è quella di fare contenuti rivolti alle donne, assieme a ciò che vogliono disegnare gli autori, ciò che loro stessi vogliono trasmettere al mondo e che possono fare solo attraverso i manga. Per noi la cosa importante è quella di raccogliere tutto questo.

Claudia Calzuola (Star Comics): Oggi le opere della vostra casa editrice sono pubblicate in tutto il mondo, cosa ne pensate delle case editrici di fumetti all’estero? Cosa ne pensate del pubblico e degli appassionati delle vostre serie all’estero?

Ai Kobayashi (ShuCream): Parlando di BL, le nostre opere sono attualmente pubblicate in molti paesi e, sinceramente, non mi aspettavo una domanda così alta né un pubblico così vasto. In Asia, per esempio in Taiwan o in Corea, il mercato è sempre stato abbastanza forte. Io lavoro qui da 13 anni, già al tempo i BL erano popolari in Asia, ma difficilmente sentivo parlare di lettori in Europa. Diciamo che è più o meno in questi ultimi 5 anni che improvvisamente sono state licenziate opere in varie lingue, avendo saputo che c’era richiesta anche per inglese e altre lingue europee.

L’impressione è che ci sia un mercato in crescita e che i fan siano molto dediti. Anche i fan giapponesi sono così. Proprio come i giapponesi, anche i lettori stranieri vanno a vedere i post su X degli autori, cercano di capire cosa succede in Giappone o controllano cosa fanno i fan in Giappone. Tenendo conto della barriera linguistica, credo che i fan stranieri siano particolarmente attivi da questo punto di vista.

Claudia Calzuola (Star Comics): Il panorama Boys’ Love in Giappone sta diventando sempre più variegato: non è più solo una semplice storia d’amore, ma spesso mescola vari generi, dando grande importanza alla storia e alla caratterizzazione dei personaggi, rendendoli ancora più interessanti. Cosa ne pensa del futuro del Boys’ Love?

Ai Kobayashi (ShuCream): Credo che ora sia un periodo di cambiamento. Probabilmente i BL diventeranno più “alla portata di tutti”. In Giappone per tanto tempo c’è stata questa concezione del BL come qualcosa di cui gioire di nascosto, solo tra persone che conoscevano il genere. Ora però diventano serie o anime. È grazie a questo media mix che ora si comprende come non ci sia bisogno di “tenerlo nascosto”.

Seguendo questo filo penso che anche le persone che finora non hanno letto BL potrebbero iniziare a farlo e che, di pari passo, anche il genere in sé potrebbe subite nuove ramificazioni circa i contenuti sessuali. Forse si divideranno in label diverse a seconda del contenuto, alcune dove ci sarà più “eros” e altre dove non ci saranno scene o disegni sessualmente espliciti. In effetti credo che già da un po’ si stia andando verso questa direzione.

Il lavoro dell’editor

Claudia Calzuola (Star Comics): Come mai ha deciso di diventare un editor? Come è nata la sua passione per i manga? Già da bambina aveva questo interesse?

Ai Kobayashi (ShuCream): Sì, sin da bambina ho sempre avuto la passione per i manga. Rispetto all’estero, in Giappone i manga sono così tanto a portata di mano che quasi non esistono bambini che non leggono manga. I bambini delle elementari tendono sempre a leggere qualcosa e io compravo quelle riviste manga per ragazze. Da sola ne compravo 3.

Solitamente i bambini – considerata la paghetta – comprano solo le loro riviste preferite o una nello specifico, ma io avevo tanti autori che mi piacevano, quindi compravo Ribon, Nakayoshi, Hana to Yume [celebri riviste di shojo manga edite rispettivamente da Shueisha, Kodansha e Hakusensha, n.d.t.] o quelle riviste manga per ragazzi come Jump. Io usavo quasi tutta la mia paghetta per comprare manga, ma siccome piacevano molto anche a mia madre, lei comprava la metà delle cose che io non riuscivo ad acquistare con la mia paghetta. Perciò ho iniziato a leggere manga sin da piccola, comprando una metà dei manga io e l’altra mia madre. Ho continuato ad avere questa passione fino all’università.

Quando poi è arrivato il momento di decidere sul lavoro da fare ho pensato di non riuscire a fare qualcosa che non mi piacesse. Il lavoro da editor ho iniziato a considerarlo più o meno al liceo, anche se non avevo mai pensato di riuscire a fare un lavoro che coinvolgesse i manga. Ero in quel momento in cui veniva richiesto agli studenti quali piani avessero per il futuro, allora ho pensato che… se fosse stato qualcosa che non mi appassionava veramente, con ogni probabilità non sarei riuscita ad andare al lavoro tutti i giorni.

All’inizio mi andava bene qualunque cosa che avesse a che fare con l’editoria o i manga. A quell’età pensavo che, se avessi voluto proseguire in quell’ambito, si sarebbe trattato o di disegnare o di fare l’editor. Così ho cominciato a pensare di diventare editor.

Claudia Calzuola (Star Comics): All’epoca c’era qualche opera che le interessava particolarmente?

Ai Kobayashi (ShuCream): Mi piacevano serie tipo quelle di Square Enix oppure i fantasy di Hana to Yume [celebre rivista shojo di Hakusensha, n.d.t.]. Prediligevo storie di avventura o azione, così spesso mi capitava di leggere storie di quel tipo.

Claudia Calzuola (Star Comics): Quali sono per lei gli aspetti più interessanti del BL? Come mai le piacciono i Boys’ Love?

Ai Kobayashi (ShuCream): Domanda difficile! Prima di tutto, mi piace il fatto che siano storie d’amore. Sono differenti rispetto a vari manga shojo rivolti al pubblico femminile perché riescono a includere elementi che non riguardano solo l’amore, come il lavoro ad esempio.  Questo è un aspetto che mi piace molto del BL. Inoltre, nelle storie shojo spesso sono presenti studenti o liceali. A me piace molto il fatto che ci siano nel Boys’ Love molti personaggi che lavoravano in vari ambiti, come dottori, designer ecc. Per me non è fondamentale che i due abbiano una relazione di “amore sdolcinato”. Mi piace molto vedere nei BL come il legame fra i due personaggi si sviluppi e vada poco più oltre l’amicizia. Mi piace vedere questo “confine”.

Claudia Calzuola (Star Comics): Cosa si dovrebbe studiare per diventare editor di Boys’ Love in Giappone? Ci sono università specializzate o scuole di manga?

Ai Kobayashi (ShuCream): Attualmente, nelle università non esiste un corso specifico dedicato alla formazione di editor di manga, ma credo che ci siano scuole specializzate che offrono questo tipo di percorso. Io non ho seguito nessun tipo di percorso di studi specializzati e, nonostante questo, sono diventata editor. Non credo sia strettamente necessario avere delle conoscenze specifiche, ma piuttosto è fondamentale leggere un’enorme quantità di manga, certamente anche BL, ma non solo, di tutti i generi. Leggerne tanti è il modo giusto per studiare, quindi diciamo che basta leggerli.

Una volta letti è importante verbalizzare ad esempio cosa ti è piaciuto, cosa non ti è piaciuto, perché una certa opera piace al pubblico. Domande del genere sono una cosa che può fare chiunque a qualunque età ed è il metodo che consiglio. I motivi per cui un manga piace variano da persona a persona, pertanto sapere per quale motivo ti piace un manga rimane fondamentale per quando poi si lavora con gli autori. Anche agli autori chiediamo “Perché ti piace questo personaggio?” oppure “Perché hai pensato di disegnare una storia così?”. Ci sono tante occasioni in cui si propongono domande di questo tipo, quindi è bene parlare di questi argomenti anche con gli amici.

Claudia Calzuola (Star Comics): Può raccontarci com’è la giornata tipo di un editor?

Shu Cream: Ai Kobayashi (ShuCream): La giornata inizia piuttosto tardi, verso l’ora di pranzo. Se si inizia dal mattino è perché magari c’è un meeting o una riunione aziendale, ma in genere si comincia verso l’ora di pranzo. Ci si sveglia con più calma, ma poi si lavora fino a tardi.

Dopo la sveglia, si chiamano gli autori per chiedere come sta andando con i name o come sta procedendo il lavoro. Se è pronta anche la sceneggiatura dei capitoli successivi, si guarda anche quella o si risponde alle varie comunicazioni.

Direi che il lavoro di giorno consista in questo. Prendendo me, per esempio, oltre al lavoro con gli autori ho anche la serializzazione della rivista. Quando sei impegnata con la rivista, devi fare attenzione a rispettare le scadenze o fare i check.

Una volta diventata editor però sono rimasta sorpresa da un compito di cui devo occuparmi. Hai presente la pagina di apertura? Quella dove ci sono scritte tutte quelle cose tipo “L’opera breve di etc etc” o “La nuova stella di etc etc” quelle catch phrase sono tutte fatte dagli editor! Prima di fare questo lavoro non ci avevo mai pensato, ma se ci avessi riflettuto un attimo ci sarei arrivata (ride). Quelle frasi vengono pensate dal responsabile, ma è un lavoro molto impegnativo: bisogna sempre usare claim o formule sempre differenti… ti viene da chiederti chi è che li legge, visto che quando si guardano riviste in genere le si leggono “sfogliandole”. Comunque, sta di fatto che cerco sempre di pensare con attenzione alle frasi da utilizzare.

Inoltre, oltre a relazionarmi con gli autori e a fare questo tipo di operazioni, comunico anche con designer e la giornata finisce in un attimo, tra una cosa e l’altra.

Claudia Calzuola (Star Comics): Lavora molto da remoto?

Ai Kobayashi (ShuCream): Sì, per esempio con gli autori ci sono sempre molte telefonate, sia in risposte ai name che per consulenza, o anche per qualche semplice conversazione tipo “Cos’ha letto di recente? Cosa c’era di divertente?”. Credo che sia la stessa cosa anche con il lavoro in azienda, spesso sono gli stessi argomenti di cui parlo anche con i miei colleghi. È divertente, a volte non mi sembra neanche di star lavorando!

Claudia Calzuola (Star Comics): Solitamente come lavora con gli autori e come gestisce il suo lavoro?

Ai Kobayashi (ShuCream): Ci sono alcune persone che per via della distanza non ho mai incontrato. Molte cose vengono gestite al telefono, mentre se si tratta di trasferire dati si fa tutto tramite email. Alcune volte capita di lavorare con persone che non amano molto parlare, in quel caso si fa via messaggi.

Personalmente mi piace molto parlare quindi o chiamo io o mi faccio chiamare. Di base gli autori mi mandano le loro creazioni già fatte, quindi diciamo che li commento o cerco di dar loro dei consigli. Il BL non ha la stessa competizione dei manga shonen. A differenza dei manga creati per un pubblico maschile, si tratta più di fare da ponte tra label e autore. Una volta raggiunto un accordo, si stabilisce quando iniziare la serializzazione quasi prima di aver deciso il contenuto dell’opera. Una caratteristica forse un po’particolare dei BL credo che sia proprio questa, il preparare prima lo spazio per la serializzazione, per poi deciderne successivamente il contenuto.

Lullaby of the Dawn di Ichika Yuno

Claudia Calzuola (Star Comics): La sensei Ichika Yuno è attualmente un’autrice molto famosa del panorama Boys’ Love. Le andrebbe di parlarci del vostro primo incontro?

Ai Kobayashi (ShuCream): Il nostro primo incontro è stato attraverso le dojinshi. Yuno-sensei si dedicava da tempo a questo tipo di pubblicazioni e l’ho scoperta partecipando a un evento dove vendeva uno dei suoi volumi. L’ho comprato e letto, e subito mi sono chiesta: "Chi è questa autrice così brava a disegnare manga?"

Era talentuosa sin dall’epoca, era brava a disegnare e riusciva a occuparsi di 60-80 tavole anche da sola. Siccome stava lavorando su un albo molto corposo e stava già dimostrando la sua bravura, mi sono chiesta se non avesse intenzione di realizzare qualcosa di originale, non solo dojinshi. Allora sono passata all’attacco e a un evento dove mi sono presentata come editor le ho fatto esattamente questa domanda. Mi rispose di no.

Claudia Calzuola (Star Comics): Cosa?! Non ci posso credere! (ride)

Ai Kobayashi (ShuCream): Mi rispose proprio così! Inizialmente continuava a ripetere che non avrebbe fatto un suo originale, che non ci sarebbe riuscita. Quando più tardi le chiesi poi il motivo mi raccontò che una volta fatto il debutto quando era studentessa. Aveva provato a lavorare facendo opere brevi, ma non andò a buon fine. Non riuscendo a parlare e creare qualcosa con il suo responsabile finì per non capire più cosa disegnare. Per questo motivo aveva smesso, per cominciare a scrivere per dojinshi. Credo che sia stato proprio tutto quel tempo che ha lavorato alle dojinshi che le ha permesso di perfezionare le sue capacità con il disegno manga. Continuò a dirmi non le veniva l’ispirazione per un originale e a rifiutare le mie proposte, dicendomi che era impegnata con la rivista a cui stava lavorando. In effetti pubblicava ad un ritmo incredibile al tempo: un albo ogni 2 o 3 mesi, come se stesse lavorando per una serializzazione! Solo con le dojinshi lavorava così tanto!

Claudia Calzuola (Star Comics): Davvero incredibile!

Ai Kobayashi (ShuCream): Era molto impegnata, così ha continuato a rifiutarmi per circa 2 o 3 anni, durante i quali ha continuato a lavorare alle dojinshi. Ho approfittato del fatto che stesse continuando a pubblicare e, con la scusa di voler acquistare un suo albo o semplicemente commentarlo, continuai a farmi vedere.

Non so però se si ricordasse di me, perché molte persone, non solo chi lavorava nell’editoria, ma anche i suoi fan, facevano la stessa cosa, presentandosi e chiacchierando con lei agli eventi.

Credo che abbia iniziato a ricordarsi di me una volta passati circa 2 anni. Una volta le chiesi se volesse mangiare qualcosa con me. Pensai che finalmente si era ricordata di me e così le dissi “Sono quella che viene sempre!”, ma lei mi rispose che non aveva ancora intenzione di disegnare. Le risposi che andava bene lo stesso, ma di uscire comunque con me per fare due chiacchere. Allora accettò di mangiare un boccone insieme a me. Credo che quella fu la prima volta in cui parlammo veramente. Allora però non era ancora pronta per un originale.

Un giorno però, dal nulla, mi chiese di guardarle un’idea che le era venuta e che credeva di poter finalmente disegnare. Quella fu “Lullaby of the Dawn”. È stato improvviso.

Claudia Calzuola (Star Comics): Davvero incredibile, davvero. In genere gli autori di Boys’ Love cominciano allenandosi con le dojinshi e solo dopo si cimentano in una loro opera originale. La sua storia e quella della sensei Ichika Yuno è molto curiosa. Davvero incredibile! Certo, lavorare a una storia originale è estremamente complesso. Non si tratta solo di saper disegnare, è fondamentale riflettere bene sulla propria idea e sulla caratterizzazione dei personaggi. Credo che in tutto questo, anche il suo lavoro come editor sia stato davvero fondamentale.

Ai Kobayashi (ShuCream): Ci sono tanti autori a cui rivolgiamo delle proposte, ma che non sanno se riusciranno mai a portare a termine una storia originale da soli. Alla fine quindi rimangono con il desiderio di diventare professionisti, senza però riuscire a capire cosa vogliono disegnare.

Le dojinshi di base hanno già molti elementi già prestabiliti, ma quando si tratta di disegnare una storia originale il discorso è ben diverso.  Allora in quel caso sono io che posso provare a proporre qualcosa. Per esempio, partendo da cosa piace all’autore, posso provare a fare domande del tipo “Che ne dice di questi personaggi?”. La teoria con i BL sarebbe questa, ma a me sembrava che la sensei Yuno non fosse il tipo da approcciare in questa maniera. È sempre stata molto chiara nel dire che in quei momenti non sapeva cosa disegnare, così ho solo continuato a cercare di parlarle, facendole vedere il mio viso per 3 anni.

Claudia Calzuola (Star Comics): Rispetto all’idea iniziale, la storia di “Lullaby of the Dawn” ha subito dei cambiamenti? Se sì, in che modo? La caratterizzazione dei personaggi di Elva e Alto ha subito delle modifiche?

Ai Kobayashi (ShuCream): No, praticamente non sono mai cambiati dalla sceneggiatura che è stata consegnata inizialmente. Sì, non credo sia cambiato nulla. Credo che l’autrice avesse già dal principio un’idea molto chiara della storia, dall’inizio alla fine, di fatti la sceneggiatura che avevo ricevuto era molto corposa.  Disse che era una storia in larga parte già definitiva, anche il finale. Alcuni avvenimenti nella storia erano ancora molto carenti nei dettagli, credo che quelli li stia elaborando ancora adesso.

Quindi quello che era già deciso erano le parti iniziali della storia, dopo le quali succedevano varie cose per poi arrivare al punto finale. Anche la caratterizzazione dei personaggi e il loro character design non è praticamente cambiato rispetto all’inizio. Con la sceneggiatura consegnata all’inizio c’era anche il design di Elva e Alto, ma il loro aspetto non è cambiato per nulla. Forse se c’è qualcosa che è cambiato sono i ruoli che hanno avuto poi i personaggi secondari. Per esempio, Konoe all’inizio era un personaggio un po’ più “dummy”. Comunque questo tipo di caratterizzazione è poi sparito e alla fine è diventata la storia d’amore tra solo due personaggi. La base della storia in sé non credo sia cambiata molto.

Claudia Calzuola (Star Comics): “Lullaby of the Dawn” è la prima serializzazione della sensei Ichika Yuno. Ci potrebbe raccontare come è stato il suo debutto?

Ai Kobayashi (ShuCream): Il debutto della sensei è avvenuto con noi. Prima c’è stato il mio corteggiamento e poi all’improvviso la sensei ha accettato la proposta. Questa diciamo che è la versione “ufficiale”. Come dicevamo prima, in realtà io non sapevo assolutamente che lei avesse già debuttato precedentemente, con un altro nome. Ne venni a conoscenza per il lancio di “Lullaby of the Dawn”, quando avevo intenzione di descriverlo come “debutto”. È stato allora che mi confessò: “In realtà non si tratta esattamente di un debutto…”      

Mi sembra di ricordare che commentò dicendo che tecnicamente quello sarebbe stato il suo primo manga con il nome di “Ichika Yuno”, e che quindi poteva essere considerato comunque un “debutto”. A quell’epoca la nostra rivista FromRed era appena nata e pensai che sarebbe stato bello se la sensei avesse cominciato la serializzazione proprio lì. Non credo fosse presente già dal primo numero, ma dal secondo sì. Fin dall’inizio volevo che diventasse una delle serie di punta della label FromRed, appena nata. Credo che possiamo considerare quello come il suo debutto vero e proprio.

Claudia Calzuola (Star Comics): Ora che ci penso, mi piacerebbe leggere una dojinshi della sensei!

Ai Kobayashi (ShuCream): Davvero? Ti piacerebbe? Posso prestartele! Addirittura te ne potrei dare una. Non so perché ma ne ho comprate una marea. Te le porto dopo! (ride)

Claudia Calzuola (Star Comics): Per quanto riguarda invece la pubblicazione del primo volume di Lullaby of the Dawn, invece, avrei un’altra domanda. In occasione dell’uscita del volume giapponese è stato pubblicato un trailer animato e molti fan del BL all’estero pensarono che si trattasse di un anime! Qual è stata la reazione dei fan in Giappone dopo l’uscita del volume e dopo aver visto il trailer promozionale?

Ai Kobayashi (ShuCream): Credo che molte persone sapessero già che fosse un’autrice di dojinshi. Il nome d’arte era diverso, quindi sembrava una nuova autrice del tutto sconosciuta, ma i suoi disegni erano molto particolari, e credo che per questo sia stata riconosciuta da molti lettori.

Le persone si chiesero dunque se fosse la stessa autrice di dojinshi e come la prima cerchia di fan iniziò ad accorgersene è nata un’atmosfera del tipo: “Ah vedi! Così è arrivata anche qui!”. Dopodiché anche le persone che non la conoscevano ne furono comunque incuriositi per via della sua bravura nel disegno e, proprio mentre si stava creando questo hype, è stato messo in onda quel trailer animato su X. Allora le persone si chiesero cosa stesse succedendo, ma in realtà quella “pubblicità” l’ha creata Yuno stessa! Ne fui enormemente grata visto che FromRed era ancora nel suo primo anno. Non fu una cosa progettata, ma un progetto realizzato solo dalla sensei.

Claudia Calzuola (Star Comics): Anche noi abbiamo condiviso lo stesso trailer sui nostri canali social e in effetti anche i nostri lettori italiani ci hanno chiesto se si trattasse di un anime.

Ai Kobayashi (ShuCream): Era un’animazione di livello straordinario fatto da Yuno-sensei e da una cerchia di suoi amici, è stato molto positivo il fatto che sia uscito quel video come prima cosa, creando curiosità.

Claudia Calzuola (Star Comics): Ha un personaggio di Lullaby of the Dawn che le interessa particolarmente? O magari un personaggio che le piace in particolare?

Ai Kobayashi (ShuCream): Io? Oddio, sono indecisa. Nell’ambito del BL a me piacciono più i seme [personaggio attivo della coppia, n.d.t]. Mi piace molto Alto, anche se non è il classico seme. Alto è carino, gentile, tipo un cagnolino e non ha quell’aria tipica da “seme”. Diciamo che è un tipo diverso da quelli che mi piacciono solitamente e ogni volta non posso fare a meno di pensare “Che carino! Che carino!”. Per essere precisi, probabilmente non è che mi piaccia tanto Alto di per sé, ma piuttosto l’Alto innamorato di Elva, o le vibes che danno quei due. Ci sono poi veramente tantissimi personaggi secondari e io non so mai come si muoveranno o, addirittura, personaggi che proprio non conosco. Prendi Chillon, che ha un vecchio legame con Elva ed è in una sorta di posizione “antagonista”. Anche se fa sempre paura mi piacciono questi personaggi “antipatici”. Un sacco di volte quando mi consegnava i name ho chiesto alla sensei:  “Ma che vuole questo?! Mi fa arrabbiare!”.

Claudia Calzuola (Star Comics): “Lullaby of the Dawn” non è solo una storia d’amore. C’è anche fantasy, mistero, azione. È una storia molto complessa e interessante. Per caso la sensei ama particolarmente l’azione e il fantasy?

Ai Kobayashi (ShuCream): A dire il vero, alla sensei Yuno il fantasy non piace per nulla. Ricordo che mi disse di non avere il minimo interesse per quel genere. Credo che si interessi più a opere d’azione dove si combatte. Visto che è un’amante del cinema si concentra sui film, poi legge molti romanzi e guarda anche serie su Netflix. Credo quindi che le piacciano “mondi non reali”, non di genere fantasy, ma piuttosto sci-fi.

Per questo credo che avesse qualcosa da ridire de dicessimo che si tratta di un fantasy. A suo dire ha sempre disegnato più con un sentimento vicino al sci-fi che al fantasy. In realtà per il lancio dell’opera avevamo messo “fantasy” come genere e molte persone mi chiesero maggiori informazioni, ma Yuno-sensei mi confessò di non essere minimamente interessata al fantasy. Non ha mai letto storie fantasy che l’abbiano appassionata e non la convincevano le classiche storie di “spade e magia”. Aggiunse che non capiva nemmeno bene i “draghi”, siccome sono creature che non ha mai visto. Infatti, se ci pensi, gli unici personaggi con dei “poteri” sono i sacerdoti, gli altri sono tutte persone normali che vivono una vita ordinaria. Anche fra i nemici che si presentano, c’è solo quello strano essere marino. Per lei forse non è così tanto fantasy.

Claudia Calzuola (Star Comics): In Giappone è stato pubblicato il quinto volume di “Lullaby of the Dawn” e credo che molti lettori siano rimasti sorpresi dagli ultimi avvenimenti della storia. Possiamo dire che la storia è entrata nel suo climax?

Ai Kobayashi (ShuCream): Credo che si possa dire così, non credo che durerà ancora a lungo.

Claudia Calzuola (Star Comics): Il finale di “Lullaby of the Dawn” è già deciso?

Ai Kobayashi (ShuCream): Sì, il finale è stato deciso sin dall’inizio. Ultimamente capita spesso di parlarne, soprattutto per capire quanti volumi mancano. L’autrice mi ha sempre detto che aveva ben chiaro il finale fin dall’inizio.

Claudia Calzuola (Star Comics): Vorrebbe dire qualcosa ai lettori italiani o ai lettori all’estero?

Ai Kobayashi (ShuCream): Sono davvero felicissima! È già una grande gioia sapere che il nostro lavoro viene letto, e non avrei mai immaginato che potesse arrivare a così tanti lettori. Quindi veramente grazie per averci trovato! Grazie per aver creato la versione italiana!

Mi farebbe piacere organizzare qualcosa che ci permettesse di vedere i lettori italiani. In ogni caso, quest’opera continuerà ancora un pochino e spero che ci accompagnerete fino alla fine!

 

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